Hai mai sentito parlare delle città fantasma del centro Italia? L‘alto Lazio,in particolare, è una terra ricca di un fascino misterioso che avvolge la natura e le cose, spesso abbandonate a testimonianza di un tempo che fu.
Anche la Tuscia, nasconde ancora numerose testimonianze di un’età un tempo rigogliosa e splendente che per, sorti avverse, ha subito il degrado e l’abbandono.
Tra le città fantasma più famose c’è il Ducato di Castro , potente e ricco di bellezze architettoniche, ridotto a un cumulo di macerie in mezzo a un campo di grano. Dello splendore di un tempo rimangono solo frammenti. La devastazione per questo gioiello architettonico cominciò nel 1537 quando il Papa ne ordinò la distruzione e il saccheggio, che da allora non si è più fermato.
Altri insediamenti furono abbandonati perché ritenuti poco sicuri e per sfuggire alla distruzione operata dai barbari calati dal nord si preferiva rifugiarsi nelle grotte, situate in luoghi impervi, facilmente difendibili.
Il paese Grotte di Castro porta questo nome in quanto apparteneva al ducato distrutto e perchè durante l’invasione longobarda la sua popolazione abitava nelle grotte posizionate in un vallone dove attualmente sorge il borgo medievale.
Poi, ci sono i luoghi abbandonati a causa della malaria che, prima delle bonifiche fasciste, provocava numerosi morti e non solo in maremma. Così San Lorenzo che distava pochissimi chilometri dal lago di Bolsena venne abbandonata per costruire le case in cima a una collina, dove l’aria era più salubre.
Nacque, così, San Lorenzo Nuovo, borgo medievale vicino la Toscana.
Ma la città fantasma più suggestiva è certamente Monterano, che un tempo apparteneva al patrimonio papale insieme ad altri ducati come Vejano, Oriolo, Bassano Romano.
Un borgo costruito su un insediamento etrusco come testimonia l’acquedotto del Cinquecento, costruito sfruttando le canalizzazioni già preesistenti.
Era ricco di gioielli architettonici che ne esaltavano il potere e l’importanza, come testimoniano i resti del palazzo nobiliare progettato dal Bernini.
Un edificio imponente che da una parte si affacciava sui Monti della Tolfa e dall’altra nascondeva un giardino all’italiana con affaccio sui monti dell’attuale Riserva naturalistica di Monterano.
Alla fine dell‘Ottocento gli abitanti la abbandonarono per spostarsi nella vicina Canale, un luogo dove sorgevano le capanne dei carbonari. Pare che la causa dell’abbandono fosse la malaria e non la distruzione ad opera dell”esercito francese.
Da allora venne saccheggiato e quello che rimane oggi è solo lo scheletro, il fantasma di una città ricca e potente.
Il suo fascino maledetto ha attirato attori e registri che hanno usato i suoi scorci per girare alcune scene di film più o meno famosi come, il marchese del Grillo, il premio nobel Ben -Hur , Brancaleone alle crociate, La freccia nera, e altri ancora, come ci ha spiegato il cantastorie Antonello Ricci, in occasione di una passeggiata/racconto in collaborazione con la Banda del racconto e David Ghaleb editore.
La Tuscia e l’alto Lazio sono isole misteriose che galleggiano in quel mare indefinito che fa sembrare ogni luogo un non luogo.
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